Trazione posteriore
Cos'è e come funziona
La trazione posteriore è spesso sinonimo di piacere di guida, è stato ed è tuttora uno degli elementi caratteristici di quasi tutta la gamma auto di BMW, ad esempio.
Alcuni sanno cos’è la trazione posteriore, altri invece ne ignorano vantaggi e svantaggi: è a queste categorie di automobilisti che rivolgiamo l’approfondimento di oggi.
Cos’è e come funziona la trazione posteriore?
Per veicolo a trazione posteriore si intende banalmente quello messo in movimento dall’asse posteriore. La forza motrice prodotta dal motore, quindi la “potenza” controllata dal conducente attraverso il pedale dell’acceleratore, viene trasmessa alle ruote posteriori invece che a quelle anteriori come avviene nella maggior parte delle automobili in commercio, specie quelle ad utilizzo prettamente urbano.
Quali sono i vantaggi e gli svantaggi della trazione posteriore?
Le ragioni che a partire dagli anni ottanta in poi hanno favorito la massiccia diffusione della trazione anteriore e scapito della posteriore sono principalmente di natura economica, dal momento che la prima riduce notevolmente gli organi di trasmissione incaricati di trasferire il moto dall’albero motore al retrotreno della vettura e quindi i costi di produzione.
Non i soli numeri però hanno contribuito a rendere la trazione posteriore una caratteristica quasi di nicchia. Le vetture a trazione anteriore infatti richiedono al conducente un minore impegno alla guida poiché sui percorsi a bassa aderenza o nelle situazioni di emergenza danno luogo a reazioni più prevedibili e più facilmente gestibili, e quindi adatte ad un pubblico più variegato.
Quindi tra i vantaggi della trazione posteriore possono essere annoverati una migliore aderenza al suolo in salita o in accelerazione. Questo avviene in virtù del fatto che queste condizioni determinano un trasferimento di carico verso il retrotreno della vettura, il che lo “appesantisce” e lo “schiaccia” in direzione del suolo, accrescendo l’aderenza degli pneumatici e consentendo così di trasferire in modo migliore la potenza del motore.
Inoltre la manutenzione al differenziale è più semplice poiché questo è più raggiungibile. Con l’adozione di un differenziale autobloccante, sempre più diffusa specie sui veicoli di alta gamma o ad alte prestazioni, sono stati mitigati (se non, in qualche caso, addirittura eliminati) i problemi legati all’aderenza sui fondi viscidi.
In ultimo, tra i vantaggi della trazione posteriore, come non citare il maggior piacere di guida di cui può beneficiare un pilota esperto, naturalmente in pista, che può controllare in modo diretto sia l’assale anteriore che quello posteriore?
Tra gli svantaggi della trazione posteriore va citata anzitutto una maggiore reattività dell’intero veicolo, che in caso di improvvise accelerazioni laterali può condurre ad un eccesso di deriva del retrotreno che sfocia nel cosiddetto sovrasterzo, un elemento che accresce il piacere di guida nel caso fosse desiderato o che mina la sicurezza di marcia e la controllabilità del veicolo nel caso in cui, al contrario, non fosse cercato dal conducente come ad esempio nelle situazioni di emergenza.
L’altro svantaggio della trazione posteriore, anticipato sopra, è legato ai costi di produzione a causa della presenza di un albero di trasmissione più lungo, e della necessità di soluzioni più raffinate per il retrotreno, elementi che peraltro si riflettono sul peso del veicolo. Questi due svantaggi risultano mitigati nel caso in cui sia la trazione che il motore siano posteriori.
Quali sono le differenze tra trazione posteriore e trazione anteriore?
Le differenze concettuali tra la trazione posteriore e quella anteriore, come visto sopra tra i vantaggi e gli svantaggi, si riflettono all’atto pratico sia sul comportamento dinamico del mezzo che sui costi di produzione per il costruttore e quindi sui costi d’acquisto per il consumatore.
Il concetto è semplice: più sono vicini il motore, ossia l’organo meccanico che fornisce l’energia, e la trasmissione, ossia l’insieme di componenti deputati a “mettere a frutto” quell’energia facendo avanzare il veicolo, minori sono gli svantaggi in termini di peso e di costi di produzione.
Quindi se il motore è nella zona anteriore e la trazione è affidata alle ruote posteriori, necessariamente la trasmissione, quindi il collegamento, deve essere più esteso, accrescendo peso e costi di produzione.
Le architetture più “sostenibili” sono quindi quelle con motore e trazione anteriori e motore e trazione posteriori, ma quest’ultima via è più rara a causa del fatto che non è semplice collocare il motore nella zona posteriore del veicolo, perché tipicamente è riservata a bagagli e serbatoio di carburante e inoltre complica il raffreddamento del propulsore.
Scopri alcuni modelli di auto a trazione posteriore
Come detto in apertura, sono a trazione posteriore molti dei veicoli d’epoca in vendita come usati e costruiti prima degli anni ottanta.
Spostando il target ai giorni nostri, sono a trazione posteriore veicoli cittadini molto diffusi come le Smart fortwo e forfour e la Renault Twingo, mentre salendo di categoria o di dimensioni il numero aumenta.
Sono a trazione posteriore tutte le BMW ad eccezione di BMW Serie 1 (F40), Serie 2 Gran Coupé, Serie 2 Active Tourer e Gran Tourer, BMW X1 e X2. Lo sono anche tutte le Mercedes ad esclusione di Classe A, Classe B, CLA, GLA e GLB. Se qualcuno se lo stesse chiedendo, Audi invece non produce alcun modello a trazione posteriore.
Tolte le “tedesche”, nel campo delle vetture alla portata di molti sono a trazione posteriore Alfa Romeo Giulia, Jaguar XE ed XF, Kia Stinger e Tesla Model 3. Alzando dimensioni e budget, contiamo Bentley Continental, Maserati Ghibli e Quattroporte, Porsche Panamera e Rolls Royce Ghost.
Tra le sportive che utilizzano la trazione posteriore per accrescere il piacere di guida la scelta è molto ampia. Tra le auto in vendita attualmente contiamo Alpine A110, le Aston Martin, Caterham Seven, Dallara Stradale, le Ferrari, Ford Mustang, Lamborghini Huracan, le Lotus, Maserati MC 20, le McLaren, Porsche 718 e 911, e Toyota Supra.